di Monica Casadei
Danzatori: Samuele Arisci, Michelle Atoe, Silvia Di Stazio, Costanza Leporatti, Mattia Molini, Teresa Morisano, Christian Pellino, Salvatore Sciancalepore, Davide Tagliavini
Musica: Autori Vari
Con la partecipazione di: Arcanto coro
Drammaturgia musicale: Davide Tagliavini
Assistente alla produzione: Mattia Molini
Costumi: Elena Nunziata
Produzione: Artemis Danza
In collaborazione con: Comune di Bologna, Istituti Italiani di Cultura di Los Angeles, San Francisco, New Delhi, Mumbai, Seoul, Addis Abeba e Ambasciata Italiana ad Hanoi
Con il contributo di: Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma
Durata 70’
Dalla donna-madre, pilastro della sua produzione poetica e cinematografica, alla libertà, dalla poesia alla musica di Bach, con la quale crea un sodalizio artistico, fino alla sacralità del gesto, la danza, fatta di corpo e anima, diventa mezzo potente per far rivivere il pensiero di Pasolini.
Ma nella coreografia di Monica Casadei c’è anche il sole delle borgate romane, dove la vita pulsa, i bambini giocano, i giovani in vesti colorate sognano e lottano per i propri diritti. In Pasolini-Fuochi segreti si sente il calore di quel sole, si immagina l’azzurro del cielo e l’aria calda della primavera.
La Compagnia Artemis Danza, fondata e diretta da Monica Casadei, nasce in Francia nel 1994 ed è operativa in Italia dal 1997. Dal 2014 è in residenza presso il Teatro Comunale di Bologna. Ad oggi la Compagnia ha realizzato oltre quaranta creazioni firmate da Monica Casadei e da artisti associati, numerose iniziative formative per danzatori e per il pubblico, importanti festival e rassegne di settore, tournée in tutto il mondo.
Sei già stata a Gorizia?
Si, sono stata a Gorizia non come coreografa ma ho amici carissimi che si sono trasferiti qui da Ferrara quindi conosco la città.
Una cosa che non ho mai più scordato è una sorta di serenità, tranquillità ed efficienza. Il Friuli, con il Carso e la sua storia, il suo clima di frontiera è una regione unica, suggestiva aperta.
Secondo la tua personale esperienza:
La danza è/ la danza può / la danza sarà: La danza un’espressione artistica fra le più raffinate, complesse, fra le più aperte alla contaminazione, all’incrocio fra le arti (abbiamo chiamato il nostro festival Intersezioni – incroci di arti performative). La danza si presta generosamente a questo desiderio costante di ricerca, di incontro non solo fra corpi, ma fra altre forme d’arte. Una sorta di comunione, di armonia, di interazione. Un’arte totale e vicina alla vita, proprio perché il suo strumento è il corpo, che incarna e vive sul palcoscenico una storia che va molto al di là dei titoli e dei soggetti trattati dallo spettacolo. Ogni corpo ha la propria storia, la propria capacità evocativa prima ancora che il coreografo possa plasmarlo e indirizzarlo: i danzatori sono corpi, che racchiudono vite antiche ed il seme di vite future, di nuove generazioni
La cosa più difficile che la danza ti ha fatto sperimentare:
La cosa più difficile che la danza mi ha fatto sperimentare è sicuramente la relazione con l’altro da me, aspetto fondamentale sia come danzatrice che come coreografa e direttrice artistica. Una continua messa in discussione, un continuo confronto sia sul piano gestionale della compagnia che con l’equipe artistica. Fare squadra significa relazionarsi in ogni momento, trovare l’armonia e il punto d'incontro, lavorare per gli stessi obiettivi in un clima pacifico e costruttivo. Essere il coach di squadre numericamente importanti, composti di personalità molto diverse, ognuno con la propria storia e le proprie esigenze è una sfida quotidiana. Ma è anche la magia dell’incontro, mai casuale, con persone e artisti straordinari.
La cosa più bella che la danza ti ha fatto scoprire:
La cosa più bella che la danza mi ha fatto scoprire è innanzitutto me stessa. La danza è un avvicinamento al nostro io più profondo quindi diventa quasi un atto filosofico o almeno per me lo è stato. Ho anche studiato filosofia all’università quindi per me è stato un atto filosofico e psicanalitico, di accesso a delle profondità della nostra anima, del nostro inconscio, del nostro irrazionale. E’ la possibilità di lavorare insieme e dentro il nostro corpo, è quasi come partorirsi ogni volta, ogni giorno e creare gli spettacoli significa mettere in scena i drammi che hanno popolato e popolano le storie di tutti.
Un consiglio a una compagnia che inizia:
Il consiglio ad una compagnia che inizia è quello di avere una grande umiltà, una grande tenacia e una grande forza di carattere. Sono doti che un po’ ci dà madre natura e un po’ si acquisiscono temprandosi con l’esperienza. È importante guardare l’obiettivo ma anche cercare l’equilibrio e l’armonia, il che significa a volte fare anche un passo indietro ma sempre con fede, speranza e fiducia: quest’ultima per me è stata fondamentale. Avere molta fiducia nella vita, in ciò che accade, anche se a volte può sembrare un’ingiustizia o un ostacolo. Trovare sempre il lato positivo, elaborare le sconfitte e volgersi subito verso le nuove porte che quella situazione ti sta aprendo. Un po’ come con il corpo: mai concentrarsi sulla parte dolorante ma concentrarsi sulle parti del corpo che funzionano e stanno bene, e poi fidarsi.
In modo pratico consiglio anche di saper fare più cose: che il direttore di una compagnia possa fare non solo l’artista o che riesca ad avere a fianco un collaboratore molto vicino e fidato che possa prendere un ruolo manageriale. Una compagnia è una sorta di piccola azienda dove si deve curare sia il lato artistico che quello burocratico. E’ un impegno di responsabilità anche rispetto alla società, laddove si percepiscono finanziamenti pubblici; è una macchina complessa di cui spesso l’artista preferirebbe non occuparsi ma io consiglio ai più giovani di imparare a 360° i meccanismi che ruotano intorno alla produzione di spettacoli e alla gestione di una compagnia, per poter fare della propria passione un lavoro e, nello stesso tempo, poter dar lavoro ad altri.
Un augurio al tuo pubblico:
L’augurio al mio pubblico è quello di avere sempre fiducia nell’arte, fiducia nelle strutture perché nel momento in cui dai fiducia puoi accogliere proposte artistiche diverse, fruire, vivere l’arte senza necessariamente giudicarla. L’augurio è anche quello di trovare le forze e le energie di uscire da casa frequentare i teatri, essere sempre curiosi perché la curiosità è vita! Se perdiamo la curiosità, il gusto di sorprenderci -anche in qualche modo il rischio essere sorpresi- la vita diventa più grigia.
Cosa ha ispirato il tuo spettacolo in 3 parole:
Pasolini, a questo intellettuale, letterato, drammaturgo e regista va la mia grande stima e affetto. La relazione con sua madre è stato uno dei motivi principali per cui ho deciso di omaggiare questo grande autore italiano del 900. Pasolini nel suo aspetto più intimo, interiore, esistenziale e soprattutto nel suo rapporto primordiale con la madre: un tema per me fondamentale ed universale dell’essere umano. Vediamo tutti i giorni l’importanza che può avere questo tipo di relazione: un rapporto infinito, che dura per sempre anche dopo la scomparsa di questa figura.
Questa relazione è l’incipit per cui ho deciso di lavorare intorno alle poesie del Pasolini bucolico, anche nel suo periodo friulano, in quanto è stata una parte di infanzia molto felice prima di affrontare tutta una serie di inquietudini e di situazioni molto dure. Rappresenta anche una parte molto felice e l’aspetto più tenero, andare anche alle origini del Pasolini che poi conosciamo più adulto e più maturo.
Ora convincimi a venire a vederlo:
Se siete curiosi e se avete voglia di commuovervi questo è uno spettacolo da vedere, per toccare le corde più tenere del vostro io, le corde più intime e spesso inespresse nella vita di tutti i giorni. Questo spettacolo è, senza volere, uno spettacolo che commuove e siamo stati felici di aver indagato e di esserci immersi in una comune profondità, in una ricerca di emozioni intime ma anche semplici e comuni a tutti noi.
In partenariato con:
SNG Teatro Nazionale Sloveno di Nova Gorica
Con il sostegno di:
Ministero della Cultura / Regione Friuli Venezia Giulia / Io sono FVG / Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
In collaborazione con:
Comune di Gorizia / Comune di Cormons / Comune di Gradisca d’Isonzo / ERPAC / APT / Ente Regionale Teatrale del FVG / Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus
Goriški Muzej / Confcommercio Imprese per l'Italia Gorizia
Kulturni Dom Gorica / Kulturni Center Lojze Bratuž
Palazzo del Cinema-Hiša Filma di Gorizia / PAN ADRIA network / TIARE Shopping