di Alessandra Paoletti e Damiano Ottavio Bigi
con Damiano Ottavio Bigi, Lukasz Przytarski
musiche Antonio Vivaldi, Brian Eno, Antonio Caldara, Cab Calloway and the Nicholas Brothers, David Blouin
co-produzione Fritz Company/Compagnia degli Istanti, TORINODANZA Festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, ONE DANCE WEEK Festival – Plovdiv
con il supporto di 2WORKS / DIMITRIS PAPAIOANNOU, il FUNARO / Pistoia, Fabbrica Europa / PARC Performing Arts Research Centre – Firenze, LAVANDERIA A VAPORE centro di residenza per la danza – Torino, Teatro-Biblioteca Quarticciolo – Roma, NRW Ministerium für Kultur und Wissenschaft
durata 50’
Un Discreto Protagonista è il racconto di un istante, l'istante del tempo che va fuori dai cardini o, prima ancora, in cui equilibrio e simmetria si rompono per dare inizio al tempo. Nessun bang, nessun rumore, solo una temporanea vibrazione dell'aria.
Presenze sfocate si sovrappongono, si mescolano. Si tramutano e cambiano in una espansione costante.
All'interno di una pagina bianca prende forma una narrazione che va al di là di una storia visibile: danza pura e frammenti narrativi irrompono attraverso immagini legate ad alcune fra le storie più antiche, come pezzi di un'unica storia.
Dall'Opera di Roma alla compagnia di Dimitris Papaioannou, dopo molti anni al Tanztheater Wuppertal diretto da Pina Bausch, Damiano O. Bigi, ballerino e coreografo, incontra a Istanbul Alessandra Paoletti, attrice e regista, attiva nell'ambito del teatro di ricerca e della danza contemporanea. Il loro lavoro nasce in un dialogo con linguaggi di diversa natura, muovendosi tra danza, teatro e arti visive.
Sei già stato a Gorizia? Se sì, una cosa che ti ha sorpreso. Se no, una cosa che sogneresti di trovare.
Purtroppo non siamo mai stati a Gorizia. Ci piacerebbe trovare una realtà dove poter incontrare visioni diverse, con artisti che esprimano il loro mondo in modo personale, senza seguire qualcosa di prestabilito.
Secondo la tua personale esperienza, il confine è
Il confine rischia troppo spesso di diventare qualcosa che separa e che ci chiude in un piccolo mondo egocentrico. Al contrario crediamo che l’arte, in generale, possa usare il confine per scoprire in profondità chi siamo, la nostra cultura e quindi dare spazio all’incontro a partire da un’identità consapevole per aprirsi allo scambio e alla scoperta di nuovi mondi, di nuove possibilità. Il confine è un’occasione.
Se dovessi spiegarlo a un bambino: perché hai iniziato a danzare?
Forse perché a parole a volte è impossibile spiegare qualcosa di te stesso, qualcosa che neanche tu riesci a comprendere. Il movimento ti dala possibilità di esprimere questo qualcosa, di giocarci, senza necessariamente doverlo definire.
E poi è divertente, puoi usare la tua fantasia e inventare dei mondi, liberamente: puoi diventare un soldato, una montagna, un mago, o volare… quando danzi tutto è possibile!
Un consiglio a una compagnia che inizia
Studiare, lavorare tanto per cercare di costruire un equilibrio tra il proprio linguaggio, e allo stesso tempo riuscire ad indossare un’armatura per superare le difficoltà concrete, le critiche, e rimanere sinceri con se stessi, nonostante non si possa piacere a tutti.
I vostri lavori nascono in dialogo con linguaggi di diversa natura, muovendosi tra danza, teatro e arti visive. Con questo spettacolo cosa vorreste comunicare al pubblico?
Noi stessi stiamo scoprendo l’effetto che il nostro lavoro ha sul pubblico. Partiamo da temi molto concreti e piuttosto complessi, che guardano alla scienza o al mito, e che sono però solo un punto di partenza dal quale sviluppare un mondo attraverso il processo creativo che attiviamo e la nostra immaginazione. Il risultato finale trasmette di fatto sensazioni ed emozioni molto diverse al pubblico, che a volte sorprendentemente hanno a che vedere proprio con quei concetti iniziali da cui eravamo partiti. Altre volte, invece, si tratta di sensazioni che rimandano a un vissuto molto personale. E per noi è fondamentale lasciare questo spazio allo spettatore. Cerchiamo di creare impressioni a cui lasciarsi andare, in modo che ognuno possa vivere questo cammino in modo assolutamente personale.
Convincimi a venire a vederlo
Per noi ogni spettacolo è un viaggio che si completa nell’incontro con lo spettatore. A partire da questo momento, il viaggio continua nel pubblico, nella sua fantasia, immaginazione ed esperienza. Lo spettatore si alimenta di diversi momenti e li trasforma, ci gioca trasportandoli anche in luoghi a noi sconosciuti. Crediamo che questo sia il senso di uno spettacolo: crearlo per poi perderlo e darlo al pubblico, individualmente, ad ognuno degli spettatori.
In partenariato con:
SNG Teatro Nazionale Sloveno di Nova Gorica
Con il sostegno di:
Ministero della Cultura / Regione Friuli Venezia Giulia / Io sono FVG / Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
In collaborazione con:
Comune di Gorizia / Comune di Cormons / Comune di Gradisca d’Isonzo / ERPAC / APT / Ente Regionale Teatrale del FVG / Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus
Goriški Muzej / Confcommercio Imprese per l'Italia Gorizia
Kulturni Dom Gorica / Kulturni Center Lojze Bratuž
Palazzo del Cinema-Hiša Filma di Gorizia / PAN ADRIA network / TIARE Shopping